Lo Sportello Cura Italia, che opera nel Programma Emergenza Covid di OPES, in queste settimane sta proseguendo la sua attività di consulenza per le associazioni e le società del Terzo Settore, forte anche di un lavoro di report statistico effettuato per analizzare come sia stata percepita l’emergenza sanitaria dalle tantissime realtà con cui in questi mesi è entrato in contatto.
C’è sicuramente da sottolineare che, nonostante nella maggioranza dei casi (59,4%) a rivolgersi allo Sportello Cura Italia sono state realtà formate da più di 5 persone, anche realtà più piccole hanno sentito il bisogno di richiedere un aiuto per districarsi nella burocrazia, per accedere al credito oppure alle misure disposte dal Governo. Nel 25,4% dei casi si tratta di associazioni formate da 3 o 4 dipendenti, mentre solo il 15,2% ne conta 1 o 2.
Allo stesso tempo nel 79,6% dei casi i costi mensili per queste risorse si attestano al di sotto dei 10mila euro. Si tratta di cifre comunque considerevoli in un periodo in cui le attività sportive sono rimaste chiuse e gli introiti per Associazioni e Società si sono ridotti a zero. Un dato importane quindi, soprattutto se affiancato al costo mensile per i canoni di affitto o i mutui per gli impianti, che nel 31,9% dei casi si attestano tra i mille e i 3mila euro al mese.
Grazie ai contatti avuti in questi mesi di emergenza sanitaria con il mondo del Terzo Settore in generale e con quello dello sport in particolare, lo Sportello Cura Italia ha potuto anche raccogliere dei dati sulla percezione del mancato incasso da parte delle varie realtà. In particolare lo stop delle attività a causa dell’emergenza sanitaria nel 51,1% dei casi lo ha fatto stimare su una cifra appena inferiore ai 10mila euro, un dato che sul fatturato annuo potrebbe incidere per oltre il 40% (secondo il 42% delle realtà intervistate).
Questa percezione ha portato tantissime Associazioni e Società a rivolgersi allo Sportello Cura Italia per orientarsi nelle possibilità di sostegno che si sono aperte in questi mesi, soprattutto nell’ottica di salvaguardare i posti di lavoro e l’attività.
Un’interpretazione confermata anche dal Presidente di OPES Lazio, Vittorio Rosati: “Soprattutto nelle primissime fasi dell’emergenza sanitaria abbiamo rilevato un completo spaesamento da parte delle realtà che ci contattavano. Le richieste maggiori riguardavano proprio le possibilità di sostegno economico per far fronte alle spese sul breve periodo – seguita Rosati – Ci siamo quindi concentrati per orientare società e operatori tra i vari aspetti normativi e burocratici affinchè potessero accedere a finanziamenti e fondi”.
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